Esistono vari metodi per classificare le aperture. Quello maggiormente diffuso è il sistema adottato dall'Enciclopedia Jugoslava delle Aperture, vera bibbia di riferimento per i giocatori di tutti i livelli. In quest'opera monumentale le possibili aperture scacchistiche vengono suddivise in cinque gruppi fondamentali, identificati da una lettera maiuscola (da A ad E). Ad ogni gruppo è dedicato un volume dell'enciclopedia. Ciascun gruppo è a sua volta suddiviso in 100 sottogruppi, per un totale di 500 varianti principali, ognuna contrassegnata da un particolare codice ECO, dove ECO è la sigla di Encyclopaedia of Chess Openings (Enciclopedia delle Aperture Scacchistiche). Per esempio la variante 1 e4, e5; 2 Cf3, Cc6; 3 Ab5, d6 (Partita Spagnola, Difesa Steinitz) è contrassegnata dal codice ECO C62. Da tale codice si desume che la variante citata viene trattata nel 62° sottogruppo del 3° volume dell'enciclopedia. Se invece un giocatore deve rintracciare all'interno dell'enciclopedia una certa variante, egli viene guidato nella consultazione grazie ad una struttura di ricerca ad albero, che mediante numerosi diagrammi lo porta mossa dopo mossa ad avvicinarsi all'apertura che gli interessa. L'ordinamento scaccograficoIl primo problema che si deve risolvere quando si decide di effettuare una classificazione è quello del criterio da adottare. Nel caso specifico delle aperture scacchistiche i criteri possibili sono in sostanza tre.Il primo di essi consiste semplicemente nel suddividere ed ordinare arbitrariamente le aperture in gruppi e sottogruppi più o meno ampi a seconda dell'importanza delle aperture medesime. Tale importanza viene a sua volta decretata dalla frequenza con cui una certa apertura appare sulle scacchiere nei maggiori tornei del mondo. Questo è essenzialmente il criterio adoperato nell'Enciclopedia Jugoslava delle Aperture con i famosi codici ECO. L'inconveniente di questo metodo è che si deve poi aggiungere una dettagliata struttura di ricerca per facilitare il lettore nella consultazione, dato che è quasi impossibile ricordare a memoria tutti i singoli sottogruppi di aperture e varianti. Il secondo criterio consiste molto banalmente nell'ordinare alfabeticamente le aperture e le varianti per nome. Questo metodo, di fronte alla sua semplicità, ha però due fondamentali difetti: per rintracciare una certa variante bisogna conoscerne a priori il nome, inoltre non tutte le aperture hanno lo stesso nome nelle diverse nazioni, anzi alcune aperture sono note con più nomi addirittura nella medesima nazione. Per tale ragione questo criterio di classificazione non viene quasi mai adottato nei testi sulle aperture, tranne forse in quelli per i principianti dove sono esaminate solo le aperture più popolari e maggiormente presenti nella prassi del gioco. Il terzo criterio si basa sul cosiddetto ordinamento scaccografico, tramite il quale le aperture vengono classificate ed ordinate in base alla casa di partenza e di arrivo del pezzo. In pratica per prima cosa bisogna definire un ordinamento delle case della scacchiera: "Su una scacchiera dicesi che una casa X precede una casa Y se la colonna della prima è minore della colonna della seconda. A parità di colonna vale la traversa". In altre parole, secondo questo ordinamento, la casa d5 precede la casa f3, in quanto la colonna d viene prima della colonna f. Similmente la casa c2 precede la casa c7 perchè, a parità di colonna, la seconda traversa viene ovviamente prima della settima. A questo punto diventa facile ordinare le singole varianti mediante il seguente criterio, denominato per l'appunto ordinamento scaccografico: "Date due varianti V e W, siano rispettivamente v e w la prima mossa di ciascuna per cui esse differiscono. Dicesi che la variante V precede la variante W se la casa di arrivo del pezzo nella mossa v precede la casa di arrivo del pezzo nella mossa w. A parità di casa d'arrivo vale la casa di partenza. Per quanto riguarda l'arrocco, si considera la posizione del Re". Facciamo un paio d'esempi per chiarire meglio la faccenda. Supponiamo di avere due varianti, la variante V1 data da: 1 e4, e5; 2 Cf3, Cc6; 3 d4, e:d4; 4 C:d4 e la variante V2 definita da: 1 e4, e5; 2 Cf3, Cc6; 3 Ab5, a6; 4 A:c6 Ebbene, nell'ordinamento scaccografico la variante V2 precede la variante V1 perché la prima mossa per cui le due varianti differiscono è la 3ª del Bianco (cioè 3 d4 per la variante V1 e 3 Ab5 per la variante V2) e la casa b5 viene prima della casa d4. Consideriamo ora la variante W1 data da: 1 e4, e5; 2 Cf3, Cc6; 3 Ab5, d6; 4 Cc3, Ad7; e la variante W2 definita da: 1 e4, e5; 2 Cf3, Cc6; 3 Ab5, d6; 4 c3, Ad7; In questo caso la variante W1 precede la variante W2. Infatti la prima mossa per cui differiscono è la 4ª del Bianco, ma la casa di arrivo dei pezzi è sempre la stessa, ovvero c3. Pertanto nella mossa che differisce bisogna considerare la casa di partenza dei pezzi . Si vede subito che nella variante W1 la casa di partenza del Cavallo è b1, mentre nell'altra variante la casa di partenza del Pedone è c2. Siccome nell'ordinamento delle case sulla scacchiera la casa b1 viene prima della casa c2, risulta quanto affermato sopra, cioè che W1 precede W2. L'ordinamento scaccografico ha il pregio di essere relativamente semplice e di facile apprendimento, quindi consente al lettore di trovare in maniera veloce una certa variante in mezzo a tante altre. Invece il difetto principale consiste nel fatto che porta ad una ridondanza di varianti, a causa delle cosiddette trasposizioni di mosse. Per esempio, le due varianti 1 Cf3, Cf6; 2 g3, d6; 3 Ag2, g6; 4 d4 e 1 d4, Cf6; 2 Cf3, d6; 3 g3, g6; 4 Ag2 portano alla fine alla stessa posizione sulla scacchiera, pur differendo per la successione esatta delle mosse. Nel sistema di classificazione basato sull'ordinamento per gruppi si prende generalmente in esame la posizione finale per distinguere un gruppo dall'altro e quindi le due varianti in questione vengono trattate praticamente come se coincidessero; invece in quello basato sull'ordinamento scaccografico le due varianti sono considerate sostanzialmente distinte. I gruppi e sottogruppi d'apertureIn questo manuale per classificare le aperture viene adottato un criterio misto, tramite il quale le aperture risultano suddivise in tre gruppi principali e le varianti di ciascun gruppo ordinate scaccograficamente.Ecco questi tre gruppi principali, che si distinguono per la prima mossa del Bianco:
Oggi come oggi le aperture più frequentemente giocate appartengono al gruppo II. Seguono a breve distanza le aperture del gruppo III. Ultime, ma non per questo meno interessanti, sono le aperture del gruppo I, di cui sono particolarmente frequenti le mosse iniziali 1 c4 (Partita Inglese) e 1 Cf3 (Apertura Reti). Ciascun gruppo citato sopra può a sua volta essere suddiviso in due sottogruppi, secondo le tabelle seguenti:
Di tali sottogruppi le aperture più in auge, e di conseguenza più approfonditamente studiate, sono attualmente quelle appartenenti ai sottogruppi IIa, IIIa e IIIb. Indice de Le aperture |
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